Mercato Ittico tarsformato in Moschea. Che ne pensate?

Pochi giorni è stata pubblicata la notizia che per fare cassa il Comune di Napoli progetta di dare in comodato d’uso per 100.000 euro il mercato ittico alla comunità islamica. Se nulla cambierà, in pochi mesi la grande struttura nata proprio come mercato per il pesce negli anni ’30 potrebbe essere trasformata nella prima Moschea di Napoli.

Come si legge nella pagina dedicata al suo architetto, Luigi Cosenza, tutto è stato sin dall’inizio designato per la trattativa e la movimentazione delle merci:

“L’edificio è organizzato su di un’ampia sala di contrattazione coperta da una volta a tutto sesto costruita su archi reticolari in ferro e circondata dai locali dei singoli mandatari ciascuno con la propria organizzazione di vendita. Le alte testate verticali e le larghe feritoie longitudinali sono costituite, uno dei primi esempi nell’Italia meridionale, da vetro-cemento della Saint Gobain. Alla quota inferiore, celle e depositi definiscono i diversi spazi a servizio della commercializzazione del prodotto. L’ingresso del pubblico è dalla grande scalinata a nord, quelli carrai con rampe, dal fronte opposto e dalla testata occidentale” 

Due anni fa, per un giorno era anche diventato il suggestivo scenario razionalista di una performance art di Vanessa Beercroft, di cui potete vedere qui alcune immagini. Gli operatori del settore non sono entusiasti dell’idea e molti di loro non vogliono il trasferimento al Caan di Volla, che tarsformerebbe il loro rapporto con la città e gli acquirenti. Di stamattina è la notizia di una proroga fino a gennaio per consentire le attività nel periodo natalizio.

E voi che ne pensate?
E’ giusto alienare l’originaria destinazione d’uso di un edificio storico?
Anche se è giusto assicurare alla grande comunità islamica un luogo di preghiera, non si potrebbe individuare in qualche edificio magari dismesso ma che potrebbe essere ristrutturato favorendo anche per un recupero ambientale?

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8 pensieri riguardo “Mercato Ittico tarsformato in Moschea. Che ne pensate?

  1. Giusto che ciascuna comunità abbia a disposizione un luogo degno per il culto. Trovo che tra tanti edifici abbandonati al loro destino si trovi qualcosa di più adatto, piuttosto che disarmare un mercato per crearne uno nuovo da qualche altra parte. Forse così mgireranno più soldi per appalti?

    1. Infatti….anzi sarebbe l’ideale mantenerne l’attuale destinazione d’uso e magari prestarla per qualche manifestazione di arte contemporanea com’è accaduto due anni fa. Per il Comune tuttavia sarebbe un’operazione a costo zero, infatti la ristrutturazione di adattamento della struttura a moschea costerebbe un decimo della cifra stabilita per il comodato d’uso e gli operatori del settore sarebbero trasferiti al centro agro alimentare di Volla.

      1. Francesca scusa, non ho capito questa cosa del decimo della cifra…per il comodato d’uso di cosa?
        Grazie mille

  2. Ciao, veramente non è così semplice, il trasferimento del mercato ittico a Volla è una patata bollente sia per il comune che per gli operatori del mercato ittico di Napoli. Il centro di Volla non è ben collegato e al suo interno sono già fallite varie aziende, peraltro chi resiste ha visto un calo delle vendite notevole.
    Inoltre gli spazi destinati al mercato ittico non sono ancora adeguati alle dinamiche di contrattazione tipiche del mercato, mentre i canoni di affitto sono quadruplicati. Hanno espresso i loro forti dubbi in merito al trasferimento anche alcuni consiglieri comunali tra cui Gaetano Troncone, Gennaro Esposito e David Lebro.
    Tra l’altro si è parlato di moschea un mese fa e nel lasso di 5giorni non si è saputo più nulla.
    Io ci rifletterei un attimo.

    1. qual’è la ragione per la quale andrebbe spostato il mercato ittico? Se è solo per spendere soldi, si può investire nel miglioramento di quello attuale.

      1. Purtroppo adesso gli interessi economici del Comune vertono più sul CAAN. Pur essendo il CAAN una scelta fallimentare (anche a detta dell’assessore Marco Esposito) il trasferimento del mercato ittico da Napoli a Volla sbloccherebbe dei fondi per arginare un po’la situazione del CAAN.

        Pensa che basterebbero appena 80.000euro per rimettere il mercato ittico a posto, che gli operatori (Consorzio Mercato Ittico Napoli) si sono dichiarati disposti a spendere di tasca propria per evitare la chiusura del mercato.

        La cosa ancora più stupida è che gli operatori del mercato del pesce di Napoli non sono obbligati a trasferirsi al CAAN. Questo significa che chiudere potrebbe significare perdere il mercato ittico E comunque non salvare il CAAN.
        Il Comune non capisce che non è questa manovra a far sì che le cose migliorino, nel frattempo la gente perde lavoro.

  3. Flavia :
    Purtroppo adesso gli interessi economici del Comune vertono più sul CAAN. Pur essendo il CAAN una scelta fallimentare (anche a detta dell’assessore Marco Esposito) il trasferimento del mercato ittico da Napoli a Volla sbloccherebbe dei fondi per arginare un po’la situazione del CAAN.
    Pensa che basterebbero appena 80.000euro per rimettere il mercato ittico a posto, che gli operatori (Consorzio Mercato Ittico Napoli) si sono dichiarati disposti a spendere di tasca propria per evitare la chiusura del mercato.
    La cosa ancora più stupida è che gli operatori del mercato del pesce di Napoli non sono obbligati a trasferirsi al CAAN. Questo significa che chiudere potrebbe significare perdere il mercato ittico E comunque non salvare il CAAN.
    Il Comune non capisce che non è questa manovra a far sì che le cose migliorino, nel frattempo la gente perde lavoro.
    Lasciare il mercato ittico di Napoli aperto sarebbe molto, molto più sensato.

  4. Ciao Flavia, in un altro articolo su Repubblica si legge che il mercatoverrebbe concesso in comodato d’uso alla comunità islamica in cambio di una cifra che si aggira intorno ai 100.000 euro, cifra che servirebbe appunto ai lavori essenziali. http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/11/01/news/gli_ultimi_giorni_del_mercato_del_pesce_ma_noi_non_vogliamo_andar_via-45714104/. Effettivamente non si capisce bene da dove verrebbe il fare cassa per il comune (scusa, nel mio commento precedente c’era un errore).

    Questo è stato tra l’altro un argomento proprio del consiglio comunale dell’altro ieri, http://www.comune.napoli.it/flex/FixedPages/IT/ComunicatiStampaTotali.php/L/IT/frmSearchHaveData/-/frmSearchText/-/frmSearchMonth/-/frmSearchYear/-/frmIDComunicatoStampa/9753.

    Molto interessante è anche quanto affermato pochi giorni fa da Gaetano Troncone, presidente della commissione consiliare ‘Diritti e Sicurezza’, a seguito di un sopralluogo durato due ore effettuato alle 4 del mattino, durante l’orario di punta, in cui sono presenti circa 3000 operatori giornalieri.
    “Si è potuto verificare che i nuovi locali sono dotati di tutti i migliori standard necessari, ma probabilmente sovradimensionati – aggiunge Troncone – rispetto alle reali attività da svolgere e, sopratutto, impraticabili dal punto di vista della collocazione territoriale; infatti gli avventori si sono dimostrati già propensi a spostarsi su Pozzuoli e Mugnano, decretando così un serio rischio di dispersione di tante aziende con la probabile fine di posti di lavoro”.
    “La distanza dal mare del nuovo mercato – sostiene – potrebbe ritardare tutte quelle operazioni per la definizione dei prezzi di vendita dei prodotti che, di solito vengono suddivisi in tre fasce di orario, nell’arco di circa 90 minuti, con un serio rischio di aumento dei prezzi al dettaglio e ripercussioni sulle tasche dei cittadini napoletani. Si perderebbe, inoltre, un bene meno tangibile ma, pur sempre prezioso, ovvero una tradizione e una storia che persiste in quella zona di territorio cittadino da oltre 230 anni e da 80 nel prestigioso e storico edificio”.

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