Americano, tu vuò fà ‘o napoletano….

13HOURSIn fondo noi lo sappiamo. Ed anche loro. Gli americani non possono fare a meno di noi, di Napoli, di Sorrento, di Pompei. Della pizza. Esagero? Forse un pò, ma ne ho voglia e in questi giorni non proprio ottimisti ci vuole. E’ bello leggere nella rubrica del New York Times (NYT) un articolo che suggerisce le cose da fare in 36 ore di permanenza a Napoli, ed ancora più bello è scoprire che già nel 2008 la rubrica si era occupata della nostra città e che adesso ha sentito la necessità di aggiornarsi.

Già nel 2008 la rubrica dedicata ai suggerimenti delle cose da fare durante la visita di trentasei ore in una città, si concentrava su Napoli, quando la spazzatura e i regolamenti di conti della Camorra offuscavano ogni prospettiva positiva sulla città, Il NYT allora prometteva “esuberanza e persino un pò di bellezza in tutto quel caos“, poi c’erano il Vesuvio e la pizza, “questa delizia salata che chiama casa questa antica città è un motivo sufficiente per la visita“. Forse un pò stereotipato, ma la tre giorni suggerita andava anche da una camicia sartoriale, a una visita ai coralli di Ascione o al Museo Archeologico, passando ovviamente per pizza e caffè. Confessiamolo: era fatta su misura per il pubblico che lo leggeva. Nel 2013 la rubrica si rinnova (ci voleva….).

36 Hours in Naples, Italy versione 2013, va oltre i luoghi comuni di pizza e Vesuvio, e introduce la città parlando del vento di cambiamento dovuto al nuovo sindaco, del suo impegno per rimuovere la spazzatura e migliorare il traffico della città, nonchè loda la florida scena dell’arte contemporanea. Allora cosa suggerisce al turista americano in una tre giorni napoletana?

36-hours-mapAppena arrivati? Assolutamente andare a godersi il sunset, il  tramonto sul lungomare liberato, per poi tagliare attraverso la villa comunale per raggiungere la galleria Trisorio, nota per le sue a volte provocanti esposizioni, ma comunque un must per chi ama l’arte contemporanea insieme al Madre (Museo d’Arte Donna REgina) e al Pan (Palazzo delle Arti Napoli), suggeriti tra le cose da vedere. E la pancia? Ovviamente non si può non parlare di pizza doc, quella di Sorbillo, in via Tribunali, ma si suggeriscono anche luoghi più alternativi, dalla Stanza del Gusto, a due passi dal Museo Archeologico; enoteche nella zona della movida di Chiaia, il Trip di via Martucci o la gelateria Bianco Bio sulla collina del Vomero.

Altri must? Una visita al Memus, che raccoglie la memoria storica del San Carlo, e magari andare a vedere un’opera o un balletto proprio nel teatro napoletano. Per i capolavori d’arte non sono poi da perdere la Galleria Zevallos e il Pio Monte della Misericordia per i Caravaggio, passando magari per la cappella di Sansevero.  E perchè no, un giro nelle metropolitane come fossero gallerie d’arte, partendo dalle ultime aperture, Toledo e Università…..

In conclusione la giornalista Ingrid K. Williams raccomanda di non dimenticare che Napoli ha dei problemi, ma se la si affronta con la giusta consapevolezza, questa vivace e antica città saprà premiare con le sue virtù.

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